La nacchera di mare torna ad abitare le acque delle Isole Tremiti

 

I fondali marini delle Tremiti non finiscono mai di stupire. Dopo gli avvistamenti di quelli che si crede essere esemplari di foca monaca, alcuni biologi marini hanno avvistato nelle placide acque delle Tremiti un esemplare di una specie di mollusco che si credeva essere estinto: la nacchera di mare. Di questo mollusco si erano perse le tracce dal 2016 dopo un’epidemia, ma a quanto pare gode di ottima salute.

La nacchera di mare torna alla isole Tremiti:

Nacchera di mare o pinna rudis: una specie estinta?

La pinna rudis, comunemente conosciuta come nacchera spinosa è un mollusco molto simile alla più famosa pinna nobilis, da cui però si distingue soprattutto per le dimensioni: la pinna nobilis è infatti considerata il mollusco più grande del Mediterraneo. Con la pinna nobilis, la pinna rudis condivide l’habitat: entrambe abitano nei fondali sabbiosi, fangosi o detritici in prossimità delle praterie di posidonia da pochi metri fino a circa 80 m di profondità. Infatti recentemente erano state trovate delle ibridazioni tra le due specie. Ma c’è anche un altro fattore che accomuna queste due specie: nel 2016 a causa di una malattia, le popolazioni di entrambe le specie hanno subito una decimazione, tant’è che vennero inserite nella lista rossa IUCN della specie a rischio critico di scomparsa. La recente scoperta di un esemplare di pinna rudis in buona salute tra i fondali dell’area Marina Protetta delle Isole Tremiti ha fatto nascere la speranza degli studiosi.

Isole Tremiti: il mare come laboratorio

Nel 2018 sia pinna nobilis che pinna rudis sono diventate oggetto di studio, monitoraggio e censimento da parte di alcuni biologi marini italiani che erano giunti a censire nell’Area Marina Protetta delle Tremiti ben 400 esemplari. Nel giro di poco tempo, tutti gli esemplari vennero colpiti dal patogeno appartenente al genere Haplosporidium, ribattezzato H. pinnae, che intaccando il tessuto epiteliale e intestinale della nacchera ne ha provocato la morte. È da questo momento che i ricercatori hanno perso le tracce del mollusco. Questa scoperta all’interno dell’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti ha dimostrato come le acque dell’arcipelago pugliese siano un vero e proprio tesoro unico da tutelare e da scoprire, con le dovute precauzioni. Infatti, l’Area marina protetta delle isole Tremiti è suddivisa per zone, nelle quali vigono determinate regole per evitare di distruggere il delicato ecosistema marino. Prima di prenotare il vostro biglietto per le Tremiti, è bene informarvi sulle attività che si possono o meno fare nelle varie zone. Ad esempio, l’isola di Pianosa rientra nella zona A, zona in cui vigono divieti di approdo e navigazione entro i 500 mt, di pesca e di immersione, a meno che non si è accompagnati da guide subacquee autorizzate. L’isola di Caprara rientra, invece nella zona B, dove sono consentite attività, come il diving, stabilite però sempre dall’ente gestore. È proprio in questa zona che vengono organizzate attività subacquee alla scoperta delle bellezze naturali dei fondali marini o di alcuni relitti di navi che anticamente affondarono in queste acque.

Photo credits:
Foto di Diego Delso da Wikimedia

Articoli correlati

24 Luglio 2023

Curiosità e Tipicità

Isole Tremiti e arte: quando Manrico Pace dipinse San Nicola

29 Maggio 2023

Curiosità e Tipicità

Quando la carruba cresceva sulle isole Tremiti

26 Aprile 2023

Curiosità e Tipicità

Il relitto della nave oneraria romana sui fondali delle Tremiti

Prenota online il traghetto per le Isole Tremiti, scegli TraghettiPer e risparmia

Metodi di pagamento
Certificazioni