Le isole Tremiti nel corso della storia sono state protagoniste delle principali rotte commerciali e di conflitti che si sono svolti anche a largo del mar Adriatico. È sorprendente sapere la quantità di relitti e antichi tesori sommersi che i fondali dell’arcipelago custodiscono: tantissimi siti di importante valenza storica e culturale, visitabili tramite immersioni più o meno complesse, avventure perfette per chi cerca un’esperienza particolare senza rinunciare a nutrire la propria mente e il proprio sguardo attraverso abissi coloratissimi e preziosi. Nell’articolo di oggi scopriamo alcuni dei siti più importanti da cui partire per scoprire relitti archeologici sommersi nell’arcipelago, ideali per gli appassionati di diving.
Archeologia sommersa alle Isole Tremiti, i siti più importanti:
San Domino, una delle due destinazioni principali dei collegamenti dei traghetti per le isole Tremiti (oltre all’isola di san Nicola), custodisce tantissimi siti archeologici sott’acqua: c’è l’imbarazzo della scelta.
La Mina di Cala dei Benedettini, all’altezza della caletta omonima al centro della costa occidentale, è un ritrovato della seconda guerra mondiale. Si tratta di proprio di una mina ormai non più pericolosa che giace a circa 20 metri dalla superficie e che si ritrova ad essere il rifugio di una ricca fauna marina.
Poco più a nord troviamo Cala degli Inglesi, a circa 15-20 minuti a piedi dal porto di San Domino. Tra i 9 e i 25 metri di profondità giace il relitto del Lombardo, uno dei piroscafi appartenenti alla spedizione dei Mille assieme al Piemonte. Nella notte tra il 12 e il 13 marzo del 1864, il Lombardo naufragò nei pressi dell’isola di San Domino, dopo essere passato al servizio della Regia Marina. Si incagliò in una secca nel bel mezzo di una tempesta, mentre trasportava alcuni detenuti. Sono stati rinvenuti i resti di lamiere, passacavi e altri interessanti manufatti raggiungibili in un’immersione molto semplice, ma divertente e interessante.
A pochissima distanza si trova invece il relitto di Punta del Vapore, scoperto negli anni ’80 a largo dell’omonimo promontorio. Si tratta di una nave romana destinata al trasporto di anfore risalenti probabilmente al II – I secolo A.C.
Poco più a nord, nei pressi di punta di Punta del Vuccolo, troviamo i resti ormai molto danneggiati di un relitto appartenente ad una nave da carico risalente al XVI secolo
Spostandoci nel punto più a sud dell’isola, possiamo trovare il relitto dei Blocchi di Marmo in Cala delle Murene, ciò che resta di una piccola nave da trasporto di marmi usata probabilmente per la costruzione della chiesa di Santa Maria a Mare. A soli 18 metri dalla superficie si possono scoprire soltanto i resti di quei marmi affondati dall’imbarcazione, ma non il mezzo. C’è da dire, però, che recentemente è stata scoperta e recuperata un’ancora, probabilmente appartenenti proprio alla nave, che in questo momento è custodita dalle autorità. L’immersione qui è molto suggestiva e piuttosto semplice.
Sempre sulla costa meridionale è possibile immergersi a 25 metri di profondità per raggiungere il relitto delle Tre Senghe, un’imbarcazione romana naufragata che, secondo le numerosissime anfore e altri interessanti reperti rinvenuti durante gli scavi, s’ipotizza fosse destinata al trasporto di vino novello.
Cretaccio e Caprara sono isole selvagge e incontaminate e, essendo disabitate, non sono state oggetto di moltissimi viaggi, né nella storia antica np in quella moderna. La loro bellezza risiede nelle meraviglie naturali che ha da offrire e nei fondali marini ricchissimi di vita, ma nel corso del tempo sono state testimoni di tantissimi fatti storici che hanno interessato l’intero arcipelago. Anche lungo le loro coste, dunque, è possibile ritrovarli e scoprire piccoli gioielli dall’alto valore culturale.
A Cretaccio è possibile rilevare la presenza di un antico relitto romano, nei pressi di una secca. I resti sono ormai sparsi negli abissi, ma sono stati rilevati dei pani in rami che catalogano questa come un’antica nave da carico, probabilmente di epoca romana. L’immersione è particolarmente problematica per via delle numerose dorsali e delle correnti del fondo: chi vuole cimentarsi in questa avventura deve necessariamente avere esperienza e un supporto tecnico costante.
Infine, a Caprara, si trova uno dei relitti più noti e importanti che hanno segnato la storia delle Tremiti. Per descriverlo, dobbiamo andare indietro nel tempo, durante i conflitti fra la Serenissima e l’Impero Turco che voleva impadronirsi delle basi veneziane alle isole tremiti e attaccare l’Abbazia di tremiti, importantissima per il Papa e legata quella di Cassino. Una delle navi turche una flotta che stava raggiungendo l’arcipelago, si ferma nella oggi famosa Baia dei Turchi e viene colta a sorpresa dall’attacco dei rinforzi dei Veneziani e da una successiva tempesta che fece naufragare una Galea dell’impero. Oggi, il relitto della Galea Turca giace a 30 metri di profondità e ha permesso di recuperare 4 cannoni che oggi sono esposti nel piccolo museo all’interno dell’Abbazia.
Photo Credits
Foto di da Wikimedia
Cala degli Inglesi – Foto di Giorgio Galeotti da Wikimedia
Caprara – foto di Bultro da Wikimedia
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